Molti lo conoscono come spalla di Ricky Gervais, prima nella serie Derek e poi nell’acclamata After Life: ma David Earl calca da anni i palchi di cabaret nei panni di Brian Gittins, affiancato poi da Chris Hayward nei panni del robot Charles. La strana coppia è diventata protagonista di un cortometraggio, e infine della commedia – realizzata con la formula del mockumentary – diretta da Jim Archer.
Arrivato in Italia per presentarla al Giffoni Film Festival, David Earl ha incontrato Valerio Lundini per un’intervista decisamente fuori dagli schemi. Tra robot, mamme, premi da distruggere, domande su cui riflettere e regali da restituire: scopri cosa si sono detti, e non perdere Brian e Charles, adesso al Cinema in queste sale!
Chi ben comincia…
L’intervista non poteva che iniziare con la domanda di rito: di cosa parla il film? Troppo semplice, direte voi… ma non se a rispondere è David Earl!
La mamma è sempre la mamma… anche se non le piacciono i robot!
I robot piacciono a tutti… o quasi! Ma David Earl sarebbe stato disposto a eliminare Charles da film, per rendere felice sua madre… e tutte le madri del mondo?
Far ridere è difficile?
Molti sostengono che far ridere la gente è più difficile che farla piangere… ma Valerio Lundini non è d’accordo! E David Earl, cosa ne pensa?
L’importante è partecipare?
Brian e Charles ha vinto l’Audience Favorite Award: a proposito di premi, Lundini suggerisce uno scambio un po’ particolare…
God save the humour
In Italia usiamo “umorismo inglese” come un complimento… ma cosa diranno nel Regno Unito?
Un film lungo… tre mesi!
Brian e Charles nasce come cortometraggio, ed è diventato poi un lungometraggio. Ma perché fermarsi qui? AAA finanziatori cercasi!
Il gran finale
Difficile immaginare un finale diverso per un’intervista così!
David Earl non ha altro da aggiungere, ma noi sì: trova la tua sala, e non perdere Brian e Charles!