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La forza dei personaggi di Luc Besson, da Nikita a Dogman

Luc Besson ci ha regalato personaggi indimenticabili, da Nikita a Léon… fino a Douglas, il protagonista di Dogman interpretato da Caleb Landry Jones.

Di Letizia Rogolino*

Quando si pensa al cinema di Luc Besson è inevitabile fare riferimento ad alcuni personaggi femminili solidi e combattivi che hanno lasciato il segno sul grande schermo. Scarlett Johansson in Lucy, Milla Jovovich in Giovanna D’Arco e Anne Parillaud in Nikita hanno vestito i panni di donne forti e impavide pronte a difendersi dalle avversità e sopravvivere in situazioni estremamente pericolose, dalla guerra alla criminalità.

Tuttavia, in alcuni suoi film in cui il protagonista principale è maschile come Léon, Il Quinto Elemento e Angel-A, Besson ha dato ampio spazio a figure femminili che risultano fondamentali all’interno della storia. Come dimenticare Milla Jovovich nel ruolo di Leeloo al fianco di Bruce Willis nel cult di fantascienza del 1997 o una giovanissima Natalie Portman al fianco di Jean Reno nell’iconico Léon, che ancora oggi viene ricordato come uno dei grandi successi del regista francese? Ma anche Rie Rasmussen che in Angel-A è la creatura celeste scesa sulla terra sotto le spoglie di una donna scandinava che incontra il protagonista André (Jamel Debbouze) e lo aiuta a ritrovare la dignità perduta e la fiducia in sé stesso.

A proposito di Douglas, ovvero Dogman

Il suo ultimo film, Dogman, sarà al cinema dal 12 Ottobre 2023, ma è stato presentato in anteprima alla 80esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia dove è stato accolto da sinceri applausi. Il protagonista in questo caso è Douglas, un giovane trentenne disabile emarginato dalla società che vive con un gruppo di cani fedeli e affettuosi che lo proteggono e lo aiutano in vari modi. Interpretato da un carismatico Caleb Landry Jones, Douglas ha alle spalle un passato violento con un padre che lo ha maltrattato e lo ha rinchiuso per mesi in una gabbia, insieme a cani da combattimento.

L’infanzia traumatica ha lasciato inevitabilmente il segno, non solo fisicamente costringendolo sulla sedia a rotelle, ma anche psicologicamente. Vive in una sorta di rifugio abbandonato con i suoi compagni a quattro zampe che sono come un prolungamento di se stesso. Attraverso loro Douglas può tornare a correre, camminare, muoversi nel mondo esterno, portare a termine degli affari, nonché essere autosufficiente e sopravvivere.

 

Besson, quindi, cambia rotta con Dogman, dando il potere a un personaggio maschile con una personalità da esplorare che nasconde un abisso denso di paure, dolore, timidezza e rabbia. Pur mantenendo il suo stile di regia e la sua sensibilità nel mettere in scena alcune dinamiche relazionali e una cura estetica del film, pone al centro un giovane uomo instabile, riservato e ferito al posto di una eroina pronta a farsi giustizia da sola. Ma forse non è del tutto così, perchè la cosa curiosa è che Douglas si traveste quando deve uscire allo scoperto e portare a termine una delle sue missioni nel mondo esterno.

Travestirsi per essere se stessi

Un travestimento che, come lui stesso sottolinea nel film, non serve per nascondersi e sentirsi qualcun altro, ma piuttosto è il suo modo per essere finalmente se stesso. Fondotinta, rossetto, ombretto, parrucche e abiti sfarzosi sono gli strumenti che gli danno la forza di reagire insieme ai suoi cani super addestrati insieme ai quali riesce a fare cose incredibili.

Pertanto il protagonista maschile di Dogman mostra un lato femminile eccentrico ed esplicito all’interno di questo thriller d’azione turbolento e folle, soprattutto quando comincia a esibirsi come drag queen in un locale notturno. Si trasforma in Edith Piaf, Marlene Dietrich e Marilyn Monroe per incantare il pubblico con delle performance musicali da pelle d’oca, dimenticando quasi la sua condizione di salute e la sua inadeguatezza imposta che gli ha tarpato le ali e lo ha imprigionato in un destino inesorabilmente deprimente. Interessante quindi che, pur ponendo al centro del film un uomo, Besson riesca a realizzare un film fortemente femminista scegliendo un protagonista che acquista forza e fiducia in se stesso diventando donna per qualche ora, nonostante la sceneggiatura sorvoli volontariamente sul suo orientamento sessuale.

Inoltre il tema degli abusi e della violenza domestica viene sottolineato da Dogman in modo chiaro e intelligente, con il passato di Evelyn, interpretata da Jojo T. Gibbs a cui Douglas racconta tutta la sua vita quando viene arrestato, o nella scena ad alta tensione in cui il boss della criminalità organizzata viene minacciato di evirazione da uno dei cani di Douglas. Quest’ultimo ha una sensibilità e un altruismo molto femminili, preoccupandosi degli altri, e diventando gradualmente una sorta di Robin Hood estremo che vuole “ridistribuire le ricchezze”, a costo di spingersi oltre i limiti delle regole sociali.

«Il mondo reale non ha fatto altro che respingermi… io mi sono adattato»

 

 

* Giornalista pubblicista, laureata al DAMS, ama il cinema e viaggiare. Scrive di film, serie tv e viaggi per varie testate, coltivando anche un lato social tra Instagram e Youtube. Multitasking e curiosa, lavora in varie forme nel settore della comunicazione. Si rilassa guidando, correndo all’aperto e suonando il banjo, o almeno ci prova.

 

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Il Film

Nell’America del “white trash”, Douglas viene rinchiuso dal padre violento in una gabbia per cani da combattimento che invece di attaccarlo lo proteggono, diventando suoi alleati nella vita. Così, in un viaggio per guarire le ferite che la sua infanzia gli ha cucito addosso, Douglas cerca di trovare la propria strada, anche se ciò significa infrangere le regole sociali.
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